La sicurezza partecipata

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Il tema della sicurezza della città e delle insicurezze dei cittadini è vero e va affrontato con concretezza e senza ideologie. La sicurezza è un bene pubblico e di tutti. Non è da privatizzare né da strumentalizzare. Ci sono ormai in Italia e nel mondo due politiche possibili.

La prima possiamo chiamarla “GOVERNARE CON LA PAURA”. Un approccio strumentale di chi vuole manipolare le paure e le difficoltà di una comunità per fare consenso politico.

La seconda “GOVERNARE LA PAURA: significa farsi carico dell’insicurezza, dei timori e delle paure che esistono in città e nei cittadini con politiche integrate sociali, culturali, economiche e non solamente repressive. Legalità e coesione sociale debbono andare di pari passo.

Ora si preannuncia un Consiglio Comunale sulla sicurezza partecipata: bene. Certo dopo 8 anni di governo, il sindaco Alparone è un po’ in ritardo. Il punto vero è cosa si intende per sicurezza partecipata e come si affronta questo tema. Ognuno certamente avrà la sua sensibilità, però bisogna anche qui saper distinguere per evitare di fare pasticci e fraintendimenti.

L’ordine del giorno proposto alla discussione è essenzialmente finalizzato al “controllo di vicinato”. E’ un po’ povero di indicazioni generali e proposte concrete anche se è bene che si parta dalla percezione dell’insicurezza e non si calchi la mano per generare paura. Bene la sperimentazione del controllo di vicinato;  bene soprattutto l’ammissione dell’utilità di redigere un “Rapporto annuale sui reati commessi in città, utilizzando e rendendo pubblici i dati statistici elaborati dalla Prefettura una volta resi disponibili dalle autorità competenti.” Non chiaro risulta il ruolo del GOR e soprattutto non chiaro una piano generale sulla sicurezza.

Certo che si avesse dato seguito al primo Report sulla sicurezza del 2008 ora ne sapremmo molto di più e saremmo già attrezzati. Meglio tardi che mai. Comune sarebbe opportuno redigere anche un vero e proprio Patto Locale di Sicurezza Urbana contenente almeno alcune azioni e progetti che varrebbe la pena rivalutare con attenzione, oltre a quelli indicati nell’ordine del giorno.      Ad esempio:

  • Valutare l’adesione al Forum Italiano Sicurezza Urbana
  • Strutturare un Tavolo sulla sicurezza con tutti i soggetti firmatari
  • Sperimentare e verificare periodicamente una Mappa della sicurezza e del rischio
  • Riorganizzare la Polizia locale nella direzione strutturale del vigile di quartiere stabile
  • Proseguire e ampliare la politica di sicurezza partecipata attraverso il coinvolgimento di altre associazioni
  • Favorire la creazione di un Tavolo interforze su progetti specifici tra Polizia locale, GdF, Carabinieri, Polizia di Stato e Prefettura.
  • Progetti di contrasto dell’esclusione, della marginalità e del degrado urbano
  • Progetto coordinato tra servizi sociali e forze dell’ordine, per la prevenzione e la gestione dei fenomeni di violenza intrafamigliare
  • Intensificare i controlli nei cantieri e nei luoghi di lavoro per la sicurezza e il rispetto di tutte le norme