La decisione del PD milanese di candidare Lidia Ruzzon al Consiglio Comunale della Città di Milano è uno schiaffo al PD di Paderno Dugnano che ha il sapore di un k.o. Nulla di personale contro Lidia Ruzzon. Tutti hanno diritto a cambiare opinione nella vita: non è di questo che discutiamo.
Qui parliamo di politica e di come è maturata questa decisione.
Ho atteso in silenzio (e per amor di patria) che la notizia della candidatura di Lidia Ruzzon fosse confermata ufficialmente e che di conseguenza si scatenasse, come era prevedibile, la bufera e lo sconcerto nel PD di Paderno Dugnano. Ora che la segreteria di Paderno ha preso ufficialmente posizione mi permetto di dire la mia.
Come è possibile che un Partito come quello milanese faccia una scelta così discutibile? Come è possibile che la faccia senza informare la segreteria del PD di Paderno? Come è possibile che nessuno lo sappia o che sapendolo – come ormai è stato appurato – non informi la segreteria del PD di Paderno? Chi l’ha proposta, chi l’ha caldeggiata? E perchè? Perché è stato candidato un ex assessore di Forza Italia di Paderno Dugnano che ha fatto la campagna elettorale per Alparone Sindaco nel 2014; non una persona qualsiasi? Cosa significa questa candidatura per Milano e soprattutto cosa significa per Paderno Dugnano oggi e per domani? Sono domande a cui gli amici e i compagni del PD padernese dovranno rispondere. Intanto so che la segretaria di Paderno ha risposto in maniera vigorosa e forte e ha fatto di tutto per far valere l’autonomia e l’opinione del PD locale. Ma non è servito a nulla. Evidentemente il motivo di questa sua candidatura è più forte della ragione di tutti gli iscritti del PD di Paderno Dugnano e del destino politico di una città di 48 mila abitanti. Non bastano le scuse: il problema è politico.
Il solo fatto che esista questa candidatura è la dimostrazione di come a Milano non capiscano nulla, o non importi nulla del PD padernese. O peggio, come è stato detto: ”E’ stata una scelta politica”.