Ancora sul Parco Orombelli

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La vicenda del Parco di Incirano (sia l’attuale parco aperto ai cittadini, sia le aree verdi dietro destinate a parco del Seveso) hanno come protagonisti un’unica proprietà (Orombelli) decisa a difendere i propri interessi (di cui nessuno discute la legittimità) e un’amministrazione pubblica chiamata a difendere gli interessi generali della comunità.

Il punto entra in ben due deliberazioni di consiglio: nella variante finanziaria (perchè si inserisce l’acquisizione della area parco aperta ai cittadini pe run importo di 480mila euro) e nella variante al PGT (perchè si amplia l’uso di proprietà dell’area adiacente all’abitazione Orombelli sottraendola al Parco).

Il motivo che spinge l’amministrazione a compiere questi due atti è legato ad un contenzioso aperto dalla proprietà e che potrebbe chiudersi a breve a loro favore. L’argomento vincente degli Orombelli sarebbe la reiterazione dell’area a standard relativa ai terreni del Parco del Seveso, non avendo proceduto da parte dell’amministrazione al compimento di tale Parco; in più, essendo scaduta la convenzione per il parco di Incirano (dal 2013) minacciano di chiudere il parco ai cittadini.

Quindi, da qui la decisione di inserire a bilancio la cifra per comprare il parco (480mila euro) e una variante ad hoc per “soddisfare” la proprietà sul versante Parco del Seveso, così da provare a far decadere i termini del contenzioso, “salvaguardando” il Parco. Uso il virgolettato perchè a me queste motivazioni non convincono. Credo che si sia imbastita nel modo peggiore da parte dell’amministrazione la partita per garantire l’interesse pubblico a cui è legata tutta questa vicenda.

Intanto, perchè si sarebbe dovuto depotenziare il ricorso sull’area parco del Seveso non cedendo alla richiesta della proprietà (che è ambigua, soprattutto per il futuro, in quanto “il giardino davanti a casa” di cui si è parlato ha più le dimensioni del campo da calcio che del girdinetto) ma semmai prevedendo -qui si- l’acquisizione delle aree mettendo sul bilancio triennale le risorse occorrenti.

Sul versante parco di Incirano la minaccia di chiusura è tutta relativa:la convenzione ,pur scaduta da ben 2 anni (e domandiamoci anche che cosa è stato fatto prima e dopo la scadenza da parte di questa giunta almeno per garantire la continuità che data dal 1973) non ha ancora comportato nulla.In più,su questo versante, l’amministrazione può vantare un’azione nel tempo di cura e sistemazione dell’area che può pesare anche nella determinazione del prezzo di acquisto (l’obiezione rispetto a eventuale mancato rispetto di alcuni obblighi previsti mi pare un pò capziosa da parte della proprietà: o esiste un fascicolo di puntuali contestazioni di inadempimento, o non si capisce oggi dopo più di 40 anni cosa si viene a lamentare).

Sul fatto cheil ricorso in atto”sicuramente lo perdiamo”rimane tutto da vedere: intanto perchè già anni fà la proprietà ne perse uno, poi con il nuovo PGT (votato dalla stessa amministrazione con motivazioni che allora erano inossidabili, ora invece sono fragili..) l’area, pure essendo riproposta come parco del Seveso, prevedeva anche la possibilità di sviluppo come area a servizi (da cui il famoso indice 0,35 a cui i proprietari rinunciano- sottolineo che quello a cui si rinuncia è un beneficio  “virtuale” mentre quello che si chiede con l’acquisizione dell’area parco di Incirano è moneta).Due affari in uno:legittimo d aparte della proprietà,p peccato però che l'”equilibrio tr a gli interessi della proprietà e l’interesse pubblico” la conclamata “compenetrazione” di cui si è parlato io proprio non ce la vedo.

Come non vedo,con le soluzioni proposte, la fine della vertenza sull’area del parco del Seveso, che anche soddisfacendo in parte al richiesta del “giardino di casa” (anche se poi potrebbe venirci a giocare il Milan) non risolverebbe in senso favorevole il destino delle aree del parco del Seveso,per il quale si dovrebbe dare inzio ad una terza partita,con premesse del tutto sfavorevoli per un parco (publlico) del Seveso.

Marco Coloretti

 

 

 

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