nella Città Metropolitana Milanese

Chi siamo

Prendi un gruppo di amici, amici che condividono tante cose in primis la passione politica e sociale (e in alcuni casi un lungo percorso politico/amministrativo) senza necessariamente essere d’accordo su tutto, che sentono la necessità di condividere analisi, storie, opinioni o anche solo riportare notizie sulla propria città, e che  non vogliono farlo da soli ma insieme, confrontandosi e costruendo un percorso con chi è interessato a leggere, anche libero di dissentire, o magari a collaborare, allargando il giro. Questo siamo noi, senza particolari velleità e in primo luogo per noi stessi, sapendo che non faremo semplicemente informazione perché non siamo giornalisti ma condivideremo opinioni, spesso di parte perché saranno quelle di ognuno di noi con le proprie idee e la propria storia personale, senza ideologismo ma con una sana dose di ideologia. Quindi non un organo di stampa ma un blog multi-autore, cercando ancora una volta di portare un contributo. Il Gruppo: Angelo, Elpidio, Gianfranco, Graziella, Ivano, Marco, Oscar, Patrizia, Roberto, Rosa, Ubaldo e tutti coloro che vorranno contibuire

4 risposte a Chi siamo

  • Ciao a tutti, sono Pino Carnevale , e trovo questa iniziativa , per come viene prospettata , molto interessante
    Per quanto mi riguarda,al momento, sto cercando di risolvere alcuni problemi legati a palesi disfunzioni comunali , legate in primis, alla pulizia delle strade e del verde di Calderara. Proprio oggi, finalmente , si è fatta chiarezza in merito a chi deve tenere pulito il verde che fiancheggia la canarella di Via Santi .
    Dopo innumerevoli , e vani , tentativi effettuati presso il Comune, sono riuscito a contattare il Respionsabile del Consorzio Villoresi, il quale , a seguito di proprie ricerce , ha scoperto che il personale comunale che si occupa del taglio del verde , non arrivava a pulire sino ai bordi della canarella , per evitare intasamenti della medesima.
    Ovviamente è bastato concordare il fermo dell’acqua per il giorno del taglio , per risolvere la questione. Evidentemente abbiamo avuto sotto il naso, per annii, uno schifo totale, semplicemente per un mancato approfondimento del problema e relativi difetti di comunicazin tra i vari responsabili degli enti preposti.e. Per inciso, ai bei tempi ciò non avveniva….. e per quanto mi riguarda ciò è un buon motivo per continuare a fare pressione verso l’attuale Amministrazione .
    Grazie per l’attenzione . Ciao Pino

    • Grazie a te per la segnalazione. A volte basta la partecipazione attiva del cittadino, come in questo caso.
      L’attenzione deve accompagnarsi ad un disponibilità dell’Amministrazione all’ascolto.

  • Volere la luna n 56
    estratti da Tomaso Montanari, Fabrizio Barca e Andrea Morniroli, Domenico Gallo, Giuseppe Saragat, Giuseppe De Marzo, Massimo Villone, Alberto

    È nella povertà e nelle disuguaglianze che si è alimentata tra le persone più fragili e ai margini la distanza dalla politica e da una prospettiva di emancipazione, perché quelle persone si sono sentite abbandonate, tradite, non riconosciute.
    Il consenso sociale della destra è tutto lì, nella pancia e nella testa delle persone.
    Alleanza tra l’egemonia culturale della destra economica e l’egemonia popolare della destra fascista. La destra autoritaria, razzista e fascista di Matteo Salvini.
    Liberarsi di Salvini, ma mantenere le sue politiche non è una grande idea.
    Le parole bisogna confrontarle con i nudi fatti che da esse devono generare.
    Violenza verbale.
    Un governo “dello stato delle cose” che manterrà invariati i rapporti di forza sociali, garante dell’oligarchia può essere la rivincita del sistema su un Movimento 5 Stelle suonato come un pugile a causa dei suoi stessi errori. Questa la fortissima impressione.
    C’è chi ha pensato in questi decenni di superare la crisi ecologica promuovendo la cosiddetta “crescita verde”, nel tentativo di mettere d’accordo gli interessi del capitalismo e della Terra. Per molto tempo si è erroneamente affermato che si potesse allo stesso tempo realizzare un aumento del PIL diminuendo il consumo di risorse naturali.
    Deficit ecologico significa crescita di povertà, aumento delle disuguaglianze, migrazioni ambientali forzate, mancata coesione sociale, guerre. E’ necessario consumare meno e ridimensionare molti settori produttivi, per ricondurre lo sviluppo all’interno dei limiti del pianeta e delle sue capacità di rigenerazione e autorganizzazione. Una riconversione ecologica delle attività produttive e della filiera energetica, per rimettere insieme lavoro, salute e territorio.
    È priorità assoluta riconnettere i diritti, in particolare quelli degli ultimi con quelli dei penultimi e dei vulnerabili — si tratti di insegnanti, precari, operai, artigiani, agricoltori o piccoli imprenditori — perché nella faglia della loro separazione, orchestrata magistralmente da una politica spregiudicata, si sono incistati rancore e rifiuto.
    Che la progressività fiscale torni a essere un metro delle decisioni. Che gli impegni puntuali assunti per il lavoro trovino attuazione. Che essi siano accompagnati dall’introduzione di modelli partecipativi di governo di impresa, capaci di ricomporre la filiera del lavoro e dar voce alle comunità interessate alla sostenibilità sociale e ambientale. Che venga data una missione strategica alle imprese pubbliche. Che le politiche per le aree fragili del Paese rilancino e diano vita a strategie di area vasta centrate sui Comuni e sulla partecipazione dei cittadini.
    La democrazia non è soltanto un rapporto fra maggioranza e minoranza, non è soltanto un armonico equilibrio di poteri sotto il presidio di quello sovrano della nazione, ma è soprattutto un problema di rapporti fra uomo e uomo.
    Il primato della persona, alla quale la Repubblica riconosce i diritti inviolabili e allo stesso tempo richiede l’adempimento di inderogabili doveri di solidarietà; il lavoro come supremo valore sociale.
    Devastante nel messaggio: il problema dell’Italia sarebbe la sua Costituzione. Quando, esattamente al contrario, l’unico modo di salvarla è attuarla.
    Qualsiasi impianto maggioritario darebbe al centrodestra un vantaggio incolmabile.
    In un sistema tripolare o multipolare un maggioritario che garantisca il totem della stabilità e della governabilità è fatalmente troppo distorsivo della rappresentatività, e probabilmente incostituzionale.
    Una assemblea elettiva assolve la sua funzione solo se è ampiamente rappresentativa.
    Maggioranze farlocche create con artifici elettorali non chiudono le faglie politiche, economiche e sociali, e il fulcro della democrazia è in un Parlamento che dia pienamente voce al paese, e non nei palazzi del governo.
    Leggi che tendano a mitigare le incapacità della politica non possono che peggiorare ulteriormente la politica.
    La speranza è paradossale. Non è passiva attesa, né irrealistica forzatura di circostanze che non possono avverarsi. È come la tigre rannicchiata che salta solo quando è il momento. Lo stanco riformismo e l’avventurismo pseudo-radicale non sono espressione di speranza. Sperare significa essere pronti in ogni momento a ciò che ancora non è nato, e anche a non disperarsi se nulla nasce durante la nostra vita. Non vi è senso alcuno nello sperare in ciò che esiste, o in ciò che non può svilupparsi. Coloro che hanno poca speranza scelgono gli agi o la violenza: coloro che sperano ardentemente vedono o amano ogni segno di una nuova vita e sono pronti in ogni momento ad aiutare la nascita di ciò che è pronto a venire al mondo.

  • Estratti da Tomaso Montanari e Francesco Pallante, Alessandra Algostino, Volere la luna n59, ed integrazioni mie.

    We the people,
    noi, insieme di cittadini, siamo stato, nostra è la sovranità.
    Si governa se si trovano accordi politici, anche di compromesso, non facendo confusione con la retorica sulla cosiddetta governabilità.
    Le istituzioni costituzionali funzionano bene non se il governo può agire a briglie sciolte, bensì se il parlamento è realmente rappresentativo, non se un voto in più, maggioritario, decide.
    Le elezioni non servono a scegliere i governi, in un sistema democratico può governare una minoranza politica.
    La rappresentazione parlamentare: è un fine in sé, perchè i cittadini siano presenti, non un gradino verso la costruzione del governo.
    Democrazia è discussione, confronto, scontro; argomentare, discutere, convincere.
    Meno sono gli eletti maggiore è la diminuzione della possibilità per il cittadino di veder eleggere un “proprio” rappresentante.
    Come riduzione del danno, sarebbe utile adottare un sistema proporzionale puro, perchè ogni testa sia più vicina alla rappresentazione.
    Qualunque forma di maggioritario esclude potenzialmente dalla sfera pubblica, voci – plausibilmente quelle fuori dal coro – di cittadini.
    L’opzione per la declinazione rappresentativa della democrazia è strettamente connessa con il riconoscimento del pluralismo, della complessità della società, della centralità della discussione e del compromesso politico; è coerente con il riconoscimento, contemporaneamente, del principio di maggioranza e della tutela delle minoranze.

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