
La fine del 2015 è stata caratterizzata dal plauso unanime per la firma degli accordi sulla limitazione del riscaldamento globale COP 21 e dalla condizione di inquinamento dell’aria degli ultimi giorni di dicembre che ha portato, tra le polemiche, a bloccare la circolazione delle auto negli ultimi giorni dell’anno.
Da più parti è stato correttamente sottolineato come gli accordi, di per se stessi, non significhino nulla se poi non segue una seria Politica per l’Ambiente che passi da un generale cambio di passo, da una mobilità più sostenibile alla rinuncia ad ulteriore cementificazione del suolo, dall’energia rinnovabile ad serie azioni di difesa e di recupero delle situazioni critiche, numerose anche da noi, di educazione civica e di repressione dei comportamenti scorretti, che l’impegno per l’ambiente deve essere di tutti e non può essere sempre delegato alla sola azione politica o alle singole scelte amministrative.
Certo la politica e l’amministrazione pubblica è, nel migliore dei casi, troppo spesso assente mentre, nei casi peggiori, ha gravi responsabilità per la mancanza di scelte coraggiose e per gli scempi che l’ambiente, e quindi noi che dell’ambiente siamo parte, dobbiamo subire, ma, analogamente, una parte della responsabilità e certo anche di quei cittadini che, nel loro piccolo, il rispetto per l’ambiente (e di fatto per se stessi) non lo conoscono.

Non si spiega altrimenti come mai, dopo la recente
pulizia del Seveso promossa da Legambiente lo scorso settembre con la collaborazione di tanti cittadini che volontariamente a questo tema hanno dedicato parte del proprio tempo e del proprio lavoro, lo stato di pulizia del fiume stia di nuovo rapidamente degenerando.
Basta una breve passeggiata partendo dal ponte di legno a Palazzolo, all’altezza dell’incrocio con il canale Villoresi, e scendendo lungo il fiume verso il parco Borghetto per rendersene conto.

Oggetti di varie dimensioni, soprattutto di materiale plastico, offendono il percorso del nostro fiume; bidoni, buste, altri non meglio identificati, finanche una bicicletta.
In mezzo la fauna del fiume, che pure non manca, segno e speranza che la situazione non sia del tutto irrecuperabile.

Oltre a questo, naturalmente, c’è poi l’incuria e se sono ancora visibili le tracce del passaggio dell’ultima piena, che nessuno rimuove, ben precedente si nota la distruzione, per vandalismo e per assenza di manutenzione, di buona parte della staccionata nella parte centrale del breve percorso, staccionata che, invece di difendere, da il suo personale contributo all’offesa nei confronti del fiume.
Staccionata che, lungo la cinta del Borghetto, è stata invece giustamente ricostituita, anche in nome della sicurezza.

Ma non sarebbe opportuno valorizzare il Seveso e trasformarlo in una risorsa, con un percorso lungo tutto il territorio comunale che non dia l’impressione di quasi abbandono che invece da quasi tutto il breve tratto che ho preso ad esempio ?
Che di situazioni analoghe, certo anche peggiori, la nostra Italia è piena, e una riscoperta della centralità dei temi ambientali, del rispetto per i beni comuni, dell’impegno da parte di tutti, e non solo dei soliti “pochi”, possa in questo 2016 segnare un cambio di rotta in quello che, speriamo, possa continuare ad essere chiamato “Bel Paese”.
Buon Anno a tutti.
Secondo me sarebbe utile dedicare all’ambiente e alla mobilità sostenibile a Paderno una nuova assemblea pubblica.
Per ora la butto lì e vediamo se qualche forza politica si muove: per adesso ho altre priorità.