Il capo DANNO

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Il capo DANNO è il titolo azzeccato del quotidiano Il Manifesto, del 30 dicembre, a commento di una foto del Ministro della paura. La didascalia è premonitrice: “E’ l’uomo dell’anno, il vero capo del governo giallo verde ed è un ministro di polizia campione di incassi elettorali e capri espiatori. Razzismo e xenofobia i suoi cavalli di battaglia.Il 2019 per Salvini sarà un campo di battaglia in Italia e in Europa per conquistare il primato politico, sotto le bandiere della destra nazionalista.”   

Quanti danni può ancora arrecare questo capo alla democrazia e all’economia italiana? E quanti a Paderno Dugnano, tra coloro che leghisti non sono, saranno ancora disposti a seguirlo? Alludo ai 5 Stelle e alle liste civiche locali. Sono domande non lontane dal nostro prossimo orizzonte temporale (maggio 2019) e dalla imminente scadenza amministrativa (elezioni comunali).

A Paderno Dugnano, nel centro destra, sembra in corso una discussione tra un’ala filo leghista più moderata (Alparone) e un’ala più oltranzista. Ma è vera dilettica? Non so ma ne dubito. Di certo sembra avvantaggiata l’ala salviniana che poco spazio lascerà ad altre opinioni.

Ma allora che ruolo giocheranno le forze non leghiste in questa prospettiva che potrebbe portare un ulteriore isolamento alla città e alle sue tradizioni civili e democratiche? Quel che resta del consenso dei 5 Stelle, dopo l’implosione post 2014, ne è consapevole o qualche “manina” organizzerà una finta lista civica per portare ulteriori consensi alla Lega e/o al centrodestra?

E la Lista civica “Paderno Cresce” penserà ancora di poter attutire le conseguenze di una politica razzista e xenofoba con il suo timido riformismo sociale, o si farà protagonista di una qualche svolta democratica?