Tav: numeri non aggettivi

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Ricevo da Ottorino Pagani questo post:

“Numeri, non aggettivi” è l’incipit di un interessante libro scritto dal Prof. David Mackay: “Sustainable energy-without hot air”, purtroppo non tradotto in italiano.

Per i sistemi di trasporto il libro presenta diverse analisi sui consumi energetici coinvolti, riporto di seguito un paio di queste analisi:

Trasporto passeggeri: considerando tutti i consumi energetici coinvolti (mezzi – stazioni- depositi  -uffici-illuminazioni- ascensori- scale mobili) e le saturazioni dei viaggi (non sempre , i trasporti pubblici sono al pieno della capacità) il consuntivo misurato in Giappone indica che il consumo energetico in kWh per 100 persone al km è:

    – auto = 68 – bus =19 – ferrovia = 6 – aeroplano= 51 – nave = 57

Il trasporto pubblico ferroviario permette sia la riduzione del consumo energetico che l’indipendenza dai combustibili fossili; il trasporto pubblico via bus è ancora una buona scelta soprattutto se usa motorizzazioni elettriche o con biogas…

Trasporto merci: consumi su ferrovia = 0.1 kwh/t-km : consumi su gomma  = 1,1 kwh/t-km , cioè 1 tonnellata di carta igienica trasportata per 580 km consuma 638 Kwh per strada e 58 Kwh con il treno.

Questi numeri indicano che, sia per le merci che per i passeggeri, i trasporti su gomma consumano circa 11 volte di più che i trasporti tramite ferrovia.

La traduzione di questi consumi in “costi” dipende dalle convezioni che stabilisco sui prezzi, cioè se continuo a pensare di avere risorse infinite di petrolio e che il cambiamento climatico in atto è uno scherzo, si arriva a consolidare il dato attuale: costi trasporto merci x t_Km: 0.95 Euro su gomma e 1.4 Euro su ferro; cioè un consumo energetico maggiore di 11 volte “costa” il 33% in meno…. Mi immagino che le generazioni future, che non avranno più petrolio e con una temperatura del pianeta maggiore di 2°C, faranno molta fatica a capire questa nostra follia.

Con questi “numeri” diventa incomprensibile la discussione del “governo del cambiamento” sullo studio di fattibilità per la TAV: se la politica non cambia le regole del gioco alle elucubrazioni dei tecnici, che cosa ci aspettiamo da questi studi? e cosa si pensa di cambiare?

Ma forse il tema di fondo si trova nel romanzo “Il gattopardo”: quando il nipote comunica allo zio che vuole unirsi ai garibaldini, l’aristocratico zio dice: “il ragazzo ebbe una delle crisi di serietà che lo rendevano impenetrabile e caro. Se non ci siamo anche noi, quelli ti combinano la repubblica. Se vogliamo che tutto rimanga com’è, bisogna che tutti cambi”. Cioè, i monarchi del petrolio e dei trasporti su gomma sono ben contenti di questo tipo di “cambiamento”..

P.S. Resterebbero poi da definire le priorità degli investimenti e l’opportunità di alcuni trasporti, vedi: i treni per i pendolari, come evitare lo smantellamento degli scali merci per un trasporto anche su tratte brevi, l’opportunità di import e export contemporanei dello stesso tipo e della stessa quantità di merci…; ma nel frattempo, dal mio punto di vista, va completata un opera che sarà a beneficio delle generazioni future.b